È possibile gestire il lipedema attraverso la pratica dello yoga?
Vediamo come lo yoga può contribuire a migliorare la routine di una persona affetta da lipedema.
Non separare, ma connetti e unisci!
La parola “yoga” significa unione, connessione.
Spesso, come esseri umani, abbiamo la tendenza a separare e racchiudere i vari aspetti del nostro essere in compartimenti stagni. Quando si è affetti da una patologia cronica, questa tendenza può aumentare a causa della stanchezza fisica e mentale, della paura, della rabbia, della poca informazione e poca assistenza disponibile.
Le pazienti affette da lipedema spesso riescono ad ottenere una diagnosi dopo molto peregrinare, dopo molti approcci terapeutici sbagliati, dopo terapie inefficaci che hanno causato frustrazione e senso di colpa. La tendenza ad essere diffidenti e a chiudersi aumenta, insieme allo stress e all’amarezza. La patologia nel frattempo non migliora, spesso peggiora.
Attraverso la pratica dello yoga si ha la possibilità di ri-connettersi, unire i pezzi, ritrovare un equilibrio tra il corpo, la mente e lo spirito.
Muoversi e respirare in maniera consapevole permette, con una pratica costante, di ritrovare o creare un rapporto sano e di accoglienza nei confronti del proprio corpo.
Muoversi con attenzione, ascoltare il proprio corpo, riconoscerne i segnali, respirare in maniera cosciente sono sane abitudini che spesso non fanno parte della nostra routine, a causa dei ritmi molto serrati che la società odierna ci impone.
Quando si pratica yoga, qualsiasi tipo di yoga, o quando si medita si impara a lasciare andare quello che non serve e ad apprezzare quello che c’è, con una attitudine di gratitudine. Ci si concentra sul corpo e sul respiro, si recupera il rapporto con noi stesse/i.
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Respiri? Allora puoi fare yoga!
La pratica dello yoga prevede l’utilizzo di due strumenti che hanno un effetto benefico sulla circolazione dei fluidi corporei (sangue, linfa). Sono due strumenti gratuiti, di cui siamo dotati tutti: il respiro ed il movimento.
Il corpo è fatto per muoversi e respirare. Respirare è l’azione che facciamo da quando nasciamo a quando moriamo. Non ce ne rendiamo conto e non ci pensiamo, ma senza respiro potremmo resistere poco tempo. Tu stai già respirando! Attraverso lo yoga si impara a portare l’attenzione al respiro e a renderlo più lento e profondo.
A cosa serve respirare in maniera lenta e profonda?
La respirazione lenta, profonda e consapevole avviene grazie al muscolo diaframma toraco-addominale, che viene stimolato a lavorare più del normale. Di solito usiamo solo una parte di tutte le fibre muscolari del diaframma. Questo, col tempo, provoca un accorciamento delle fibre ed il diaframma non lavora al massimo delle sue capacità. Un diaframma poco elastico riduce lo scambio dei gas e l’eliminazione delle tossine, creando terreno fertile per patologie infiammatorie e di altro genere.
Quando respiriamo senza permettere al diaframma di muoversi al massimo o quasi delle sue capacità, le strutture direttamente a contatto con questo muscolo ne risentiranno (tratto lombare della colonna vertebrale, apparato digerente, parete addominale, pavimento pelvico).
Il corpo è fatto per muoversi!
Il corpo è fatto per muoversi e tende ad abituarsi facilmente. Si può bere tutta l’acqua che si vuole, ma se non ci si muove, l’acqua non si distribuisce e non può esserci utile. Se non ci muoviamo o ci muoviamo poco, il corpo si abituerà, ma sarà soggetto a tensioni muscolari, poca flessibilità, dolori articolari e altro. Anche la stipsi e la stitichezza sono collegabili alla scarsa o assente attività fisica.
Una pratica costante, anche breve, ma regolare è uno strumento efficacie per dare al corpo una nuova sana abitudine, con effetti positivi sul benessere generale.
Le varie parti del nostro corpo (scheletriche, muscolari, viscerali) sono connesse dalla fascia, una struttura che collega e (se necessario) separa i vari sistemi e apparati. Questa connessione connettivale assicura lo scambio di nutrienti ed il movimento delle tossine, lo scorrimento dei tessuti, il giusto apporto di sangue, linfa e acqua ai vari distretti corporei. Se una parte del corpo (un muscolo, una articolazione, un organo…) riduce il suo funzionamento, tutto il sistema risentirà di questa riduzione di mobilità.
Il lipedema è una patologia che coinvolge il tessuto connettivo. Molte pazienti affette da lipedema soffrono di ipermobilità articolare. Lavorare in maniera attenta, con esercizi mirati, permette da un lato di recuperare elasticità muscolare e dall’altro di proteggere le articolazioni, muovendosi in totale sicurezza.
Come fisioterapista, osteopata e insegnante di Kundalini yoga, vi propongo una breve sequenza di esercizi che riattiva la respirazione e la circolazione sanguigna e linfatica.
Sistema linfatico e sistema immunitario sono direttamente connessi tra loro. Il buono o cattivo funzionamento dell’uno favorisce il buono o cattivo funzionamento dell’altro e viceversa.
Vi invito a praticarla ogni giorno, inserendola nella vostra routine, preferibilmente la mattina. La sequenza può essere praticata sedute/i su un tappetino o su una sedia. Gli esercizi sono sicuri, il grado di impegno richiesto può essere modulato in base alle proprie possibilità e con la pratica costante si può aumentare l’intensità.
Regole per una pratica efficacie:
– Non forzare niente! Il corpo è la tua casa, abbine cura, ascoltalo e rispetta il tuo range articolare.
– Non esiste una strada veloce per il successo! Ci vuole tempo, disciplina e pazienza.
– Ascolta il tuo corpo! Impara a riconoscerne i segnali. Non dare niente per scontato, prendi il tuo tempo, non giudicarti e non giudicare. Il nostro corpo usa la malattia per comunicarci che ha bisogno di più attenzione, di cura.
– Il tuo corpo è unico, nessuno è come te! Ama la tua unicità e accogliti così come sei.
Attraverso la pratica del respiro consapevole è possibile:
– Ridare elasticità al diaframma e favorire il movimento della linfa. Attraverso il diaframma passano vasi sanguigni e linfatici di calibro diverso. Quando respiriamo in maniera completa, questi vasi subiscono una compressione, che permette un miglior scorrimento dei fluidi che contengono.
– Allentare le tensioni a livello delle inserzioni muscolari diaframmatiche (colonna vertebrale, coste), in modo da mobilizzare le tossine che vi si depositano e mantenere la mobilità delle strutture scheletriche.
– Aumentare gli scambi di gas (ossigeno-anidride carbonica) a livello degli alveoli polmonari, con un maggior apporto di ossigeno.
– Abbassare la frequenza respiratoria. In media respiriamo 15-16 volte al minuto. Quando respiriamo in maniera consapevole, quando portiamo l’attenzione al flusso del respiro, automaticamente il respiro rallenta, la frequenza dei respiri si riduce e questo favorisce il sistema nervoso autonomo parasimpatico. Quando il sistema parasimpatico prevale, i vasi sanguigni si dilatano, la pressione arteriosa si abbassa, il sistema immunitario lavora meglio, si riducono l’ansia e lo stress, la mente si calma.
Attraverso la pratica yogica costante è possibile:
– Aumentare la mobilità fasciale, nelle sue direzioni possibili
– Migliorare l’apporto di fluidi (sangue, linfa) a tutti i distretti corporei
– Favorire l’eliminazione delle tossine
– Calmare il sistema nervoso ortosimpatico e favorire il parasimpatico
– Ridurre i livelli di cortisolo
– Ridurre lo stress e favorire il rilassamento fisico e mentale
Ilaria Macherelli
MH Fisio