L’epicondilite, nota come “gomito del tennista”, è una delle patologie più comuni dell’arto superiore: è caratterizzata dall’infiammazione dolorosa dei tendini epicondiloidei ossia quelli che collegano i muscoli dell’avambraccio con la parte esterna del gomito.
Ma quali sono le cause e i sintomi? In che modo può essere curata?
Oggi noi di MH Fisio proveremo a chiarirti questo argomento, illustrandoti l’iter terapeutico che intraprendiamo presso il nostro centro fisioterapico a Roma per il trattamento dell’epicondilite al gomito.
Epicondilite al gomito: cause e sintomi
Il principale sintomo avvertito è il dolore localizzato nella parte esterna del gomito, che può irradiarsi lungo l’avambraccio verso il polso e la parte posteriore della mano.
Quest’ultimo inizialmente si manifesta soltanto quando si compiono gesti specifici che interessano l’articolazione del gomito ma con il progredire della patologia (se non si interveniente sull’infiammazione), si cronicizza fino a diventare invalidante.
Tra gli altri sintomi abbiamo anche gonfiore localizzato, rigidità mattutina, debolezza e perdita di forza nella presa e difficoltà nel compiere gesti normali (es: aprire un barattolo, impugnare una maniglia o girare una chiave per aprire la porta).
Ma quali sono le cause?
L’epicondilite è determinata da un sovraccarico funzionale, che si verifica principalmente quando i muscoli e i tendini del gomito sono costretti a sforzi eccessivi e ripetuti.
Quando la mano e il braccio tendono a compiere gesti meccanici e ripetitivi per lunghi periodi, vanno inevitabilmente a sollecitare l’articolazione del gomito.
Questa patologia, infatti, colpisce prevalentemente coloro che svolgono attività lavorative o sportive che richiedono la supinazione e la pronazione ripetitiva dell’avambraccio (es: tennis, padel, sollevare pesi, barista, carpentiere, magazziniere, ecc).
L’epicondilite può essere scatenata anche da ripetuti microtraumi oppure da un trauma diretto dell’epicondilo laterale, come un movimento scorretto o l’eccessiva estensione dell’avambraccio.
Altre cause scatenanti possono essere l’assunzione di una postura scorretta e/o ad una problematica nelle articolazioni a monte ed a valle del gomito (spalla, polso e cervicale).
Cura della Epicondilite: a Roma c’è MH Fisio
Per diagnosticare e comprendere come curare nel migliore dei modi questa patologia, noi di MH Fisio procediamo in questo modo:
• Anamnesi: fase in cui andiamo a costruire la storia clinica del paziente, raccogliendo informazioni utili come età, abitudini, sport e lavoro praticato, eventuali patologie passate, sintomatologia avvertita e così via;
• Esame obiettivo: basato principalmente sulla palpazione diretta dell’epicondilo laterale e su test ortopedici e neurologici come ad esempio il Test di Cozen, il Test di Mills o il Test di Solverborn;
• Valutazione con ecografo: molto utile per visualizzare rapidamente i tendini epicondiloidei ed individuare così punto esatto dove applicare la terapia.
•Altri esami diagnostici: in previsione di un intervento chirurgico oppure per escludere altre cause alla base del disturbo, possiamo richiedere anche altri esami diagnostici come risonanza magnetica, raggi X ed elettromiografia.
Ma quali sono i rimedi?
A seconda dello stadio di gravità dell’epicondilite e della durata dei sintomi si può intervenire in modo differente.
Sia che i sintomi siano saltuari o presenti da molto tempo, è possibile optare per una terapia conservativa anziché chirurgica che consiste in:
- Riposo: bisogna immediatamente sospendere l’attività ripetitiva e responsabile dell’infiammazione fino alla regressione dei sintomi.
- Tecarterapia e laserterapia: tecniche terapeutiche strumentali che riducono l’infiammazione e il dolore della patologia. La tecarterapia sfrutta l’azione di condensatore elettrico per far sì che le cellule lesionate si rigenerino più rapidamente mentre la laserterapia sfrutta i raggi laser ad alta potenza direttamente irradiati sulla regione interessata per indurre un effetto biostimolante e antinfiammatorio.
- Onde d’urto: in alcuni casi l’uso delle onde d’urto è utile per ridurre la calcificazione che può essere presente soprattutto quando l’infiammazione si è cronicizzata.
- Terapia riabilitativa: non può mancare una terapia di tipo riabilitativo funzionale, essenziale non solo perché consente di recuperare completamente le funzionalità del braccio ma anche per ridurre le recidive.
Da MH Fisio è possibile trattare l’epicondilite attraverso le FEG (Fisioterapia Eco-Guidata). Attraverso l’uso dell’ecografo, oltre ad individuare la sede precisa dell’infiammazione e quindi direzionare perfettamente l’applicazione della terapia fisica, possiamo monitorare la condizione dei tendini durante il percorso terapeutico, confrontando i progressi con le ecografie precedenti e anche con lo stato dei tendini dell’arto controlaterale.
In alcuni casi è utile anche:
- Assumere farmaci antinfiammatori: sia assunti per bocca che per uso topico (pomate o gel)..
- Utilizzare un tutore: per mantenere l’arto fermo e consentire ai tendini di rigenerarsi in modo più rapido.