l neonato che respira con la bocca può destare preoccupazione nei genitori.
La respirazione nasale è quella considerata normale che permette di filtrare e umidificare l’aria, favorendo una migliore salute delle vie respiratorie.
Per un neonato, respirare con la bocca potrebbe essere segno di un problema temporaneo o di una condizione più seria.
Per questo è fondamentale capire se la respirazione con la bocca è solo un episodio passeggero o un segnale che richiede attenzione.
Andiamo a vedere insieme quali sono le cause, le conseguenze e il punto di vista dell’osteopata su come intervenire e aiutare il neonato.
Differenza tra Respirazione Orale e Nasale
La respirazione nasale è il modo naturale e il più efficace per assumere aria.
Quando respiriamo con il naso, l’aria viene filtrata, umidificata e riscaldata prima di entrare nei polmoni.
Questo processo riduce il rischio di infezioni respiratorie e aiuta l’ossigenazione ottimale del sangue.
Al contrario, la respirazione con la bocca non offre gli stessi vantaggi.
Il passaggio dell’aria attraverso la bocca è meno filtrato e non garantisce la stessa protezione.
I neonati, che hanno le vie aeree più piccole e delicate, possono quindi risentirne di più.
Se la respirazione nasale è preferibile, perché alcuni neonati tendono a respirare con la bocca?
Scopriamolo insieme.
Cause Comuni della Respirazione Orale nei Neonati
Quando un neonato respira con la bocca, spesso la causa è temporanea e legata a situazioni comuni, come un semplice raffreddore.
La congestione nasale è, infatti, una delle principali cause della respirazione orale nei neonati.
Quando il nasino è intasato, il bambino non riesce a respirare bene dal naso e passa automaticamente alla bocca per avere l’aria necessaria. Questa situazione è abbastanza comune e, fortunatamente, di solito si risolve in pochi giorni.
Altre volte, però, la respirazione orale può avere cause più strutturali, come piccole anomalie anatomiche.
Per esempio, alcuni neonati possono avere una deviazione del setto nasale o delle adenoidi ingrossate che limitano il flusso d’aria attraverso il naso.
In questi casi, il bambino non riesce a respirare correttamente con il naso, e quindi sviluppa l’abitudine di respirare con la bocca.
Queste situazioni possono non essere evidenti all’inizio, ma è importante individuarle per evitare che diventino un problema a lungo termine.
Anche l’ambiente che circonda il neonato può avere un ruolo importante.
Se l’aria in casa è troppo secca o ci sono irritanti come polvere o fumo, le vie nasali del neonato possono irritarsi o infiammarsi, causando congestione.
Per un bambino così piccolo, qualsiasi irritazione può sfociare in una difficoltà a respirare col naso, spingendolo a usare la bocca come via alternativa.
Le allergie come causa della respirazione orale
Un’altra causa possibile è legata alle allergie. Alcuni neonati possono avere una sensibilità a pollini, muffe o altri allergeni presenti nell’ambiente.
Anche in questo caso, il naso si congestiona, rendendo difficoltosa la respirazione nasale.
A differenza di un semplice raffreddore, le allergie possono diventare un problema persistente, richiedendo l’intervento di un pediatra o di uno specialista.
Infine, è importante distinguere tra cause temporanee e problemi potenzialmente cronici. Se un neonato respira con la bocca per pochi giorni a causa di un raffreddore, non c’è motivo di allarmarsi.
Tuttavia, se questo comportamento persiste per diverse settimane o mesi, potrebbe essere utile approfondire la situazione.
Le Conseguenze della Respirazione Orale nel Neonato
Respirare con la bocca può avere effetti negativi sullo sviluppo del neonato.
A breve termine, potrebbe abbassare la qualità del sonno, rendendo il neonato irrequieto e stanco durante il giorno.
A lungo termine, invece, la respirazione orale può influenzare lo sviluppo facciale, portando a una crescita anormale delle ossa e dei muscoli del volto.
Inoltre può causare problemi posturali e influire sulla salute dentale.
In alcuni casi, la respirazione orale può portare all’apnea nel sonno, una condizione in cui la respirazione si interrompe per brevi momenti durante il sonno, riducendo l’apporto di ossigeno.
Il rischio di stanchezza cronica e difficoltà di sviluppo, quindi, non va sottovalutato.
Queste conseguenze rendono fondamentale affrontare il problema e cercare soluzioni adeguate.
Come l’Osteopata Valuta il Problema
Un’osteopata pediatrico può svolgere un ruolo importante nella valutazione della respirazione del neonato.
Durante la visita, l’osteopata osserva il neonato, valuta la postura e verifica eventuali tensioni craniali che potrebbero interferire con la respirazione.
L’osteopatia si basa su un approccio non invasivo e utilizza tecniche manuali per rilevare eventuali squilibri strutturali o funzionali.
Con la sua esperienza, l’osteopata è in grado di identificare le cause specifiche che spingono alla respirazione con la bocca.
Questa valutazione è importante per capire se il problema è legato a tensioni muscolari, a una postura non corretta o a una limitazione nelle vie respiratorie.
Grazie a questa analisi approfondita, l’osteopata può proporre un piano di intervento mirato al miglioramento della salute del neonato.
Interventi e Consigli dell’Osteopata per la Respirazione Orale
L’osteopatia può essere un supporto prezioso per aiutare i neonati che respirano con la bocca.
Spesso, infatti, la respirazione orale non dipende solo da una congestione temporanea o da un’abitudine passeggera, ma può essere influenzata da tensioni muscolari o da una postura non ideale del cranio e del collo.
Qui entra in gioco l’osteopata, che attraverso tecniche delicate e non invasive può migliorare la respirazione del neonato.
Una delle tecniche più utilizzate dagli osteopati per questo tipo di problema è il rilascio delle tensioni craniche.
I neonati, per quanto siano piccoli, possono accumulare tensioni nella zona del cranio e del collo, magari dovute alla posizione assunta durante il parto o a una postura mantenuta per molte ore.
L’osteopata applica quindi manipolazioni leggere, quasi impercettibili, che aiutano a rilassare i tessuti e favorire un movimento più naturale delle ossa craniche.
Tutto ciò favorisce il passaggio dell’aria facilitando la respirazione nasale.
Un altro aspetto importante è l’allineamento cranio-facciale.
In alcuni casi, la respirazione orale è collegata a un lieve disallineamento delle strutture facciali, che può interferire con il passaggio dell’aria.
Anche in questo caso, l’osteopata utilizza tecniche di manipolazione mirate al riequilibrio della posizione delle ossa, contribuendo a migliorare il flusso d’aria e permettendo al bambino di respirare meglio dal naso.
I consigli dell’osteopata
L’osteopata non si limita al solo trattamento manuale, ma offre anche consigli pratici ai genitori per supportare il loro bambino nel quotidiano.
Ad esempio, può suggerire posizioni specifiche per far dormire il neonato, in modo che il naso sia libero e il collo ben disteso.
Può consigliare semplici esercizi respiratori, come il massaggio leggero del viso e della testa, per stimolare la respirazione nasale e ridurre la necessità di respirare con la bocca.
Infine, l’osteopata può dare ai genitori indicazioni su come gestire l’ambiente del neonato. L’umidità dell’aria, ad esempio, può fare una grande differenza per le vie respiratorie. Mantenere un ambiente adeguatamente umidificato aiuta a evitare che il naso si secchi e si ostruisca.
Questo piccolo accorgimento, unito ai trattamenti manuali e ai suggerimenti posturali, permette di migliorare la qualità della respirazione e di prevenire eventuali problemi a lungo termine.
Per i genitori, sapere che ci sono soluzioni pratiche e naturali per aiutare il proprio bambino a respirare meglio è sicuramente un grande sollievo.
Attraverso il sostegno dell’osteopata e con piccoli accorgimenti nella vita quotidiana, è possibile aiutare il neonato a sviluppare una respirazione più sana, migliorando il suo benessere generale.